La mostra, evento collaterale della VIII Biennale di arte contemporanea di Shiryaevo (Russia), riflette sull’ambiguità delle immagini e sulla dimensione del video nell’era della comunicazione globale.
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Attraverso le opere di Bruno Di Lecce, Giuseppina Esposito, Giulia Giannola, Giuseppe Manigrasso, Vito Pace, Mauro Rescigno, Angelo Ricciardi, Roxy-in-the-box, Nello Teodori, Angelo Volpe, TLG 2.0 costruisce un meta-mondo per lo spettatore: le immagini vogliono conquistarlo, affascinarlo, sedurlo.
Bruno Di Lecce conduce una riflessione sul tempo e sullo spazio come dimensione fisica e mentale in “Novanta Miliardi di Passi”, e sul ruolo della globalizzazione in “Est Isst”
Giuseppina Esposito affronta l’incapacità di interpretare le immagini in mancanza di informazioni nella video installazione And what then.
Giulia Giannola sottolinea la manipolazione del tempo individuale e collettivo con i video O.T. Runners e Schwimmbahn (swimming lane).
Giuseppe Manigrasso si occupa della persistenza delle immagini nella memoria collettiva nel video Con la mano del cuore.
Mauro Rescigno evidenzia l’ambiguità della percezione con Denaturalize.
Vito Pace e Angelo Ricciardi invitano a riflettere sulla capacità della parola di guidarci all’interno delle immagini e sul potere della cultura di svelarne la vera natura e stimolarne una lettura critica rispettivamente con Schweigen, oder die Stockholm syndrome e (le) Parole del Novecento.
Roxy in the box e Nello Teodori fanno riferimento all’ibridazione culturale dovuta all’influenza pervasiva dell’immaginario occidentale, rispettivamente con The secret of love e Codice Bianco.
Infine Angelo Volpe mette in rilievo la manipolazione dell’informazione e la spettacolarizzazione delle guerre nel video Apocalypse Show.
La riflessione sulle immagini e sulla comunicazione globale proposta dai diversi video trova un completamento nella loro fruizione: esattamente come nella vita quotidiana, davanti alle immagini solo lo spettatore possiede la chiave per comprendere e rielaborare ciò che vede.
Può essere un Nirvana a cui credere, in cui crogiolarsi o da respingere, ma anche lo spunto per un pensiero critico e uno sguardo nuovo sul mondo “reale”, aldilà delle immagini.
Il Catalogo della mostra è disponibile sul sito della casa editrice Baustellenbüro.